Lo psicologo intervista Giacomo Pini, danzatore e coreografo contemporaneo ed insegnante di Yoga.
- Buongiorno Giacomo, è un piacere poter intervistare un appassionato di arte e sport come te, grazie per aver accettato il nostro invito.
Grazie a voi per avermi invitato. E’ un piacere poter offrire il mio aiuto, soprattutto in questo periodo difficile.
- Tu sei un danzatore e coreografo professionista che lavora anche come insegnante di yoga… dove trovi il tempo per portare avanti entrambi i percorsi?
- Quali sono le differenze e le similitudini tra queste due discipline? Sia da un punto di vista fisico, che da un punto di vista mentale...
Da un punto di vista fisico, sicuramente ho avuto un accesso facilitato allo Yoga come danzatore perché ero già abituato a lavorare con il mio corpo e ad allenarmi molte ore al giorno. Durante il teacher training (corso di certificazione per diventare insegnante di Yoga), molti studenti che non avevano il mio background facevano fatica anche semplicemente a stare seduti per terra piuttosto che su una sedia. La danza e lo Yoga hanno tantissimi aspetti in comune. Entrambe le discipline richiedono uno stile di vita moderato e un rispetto per il corpo che va oltre il tempo dedicato alla disciplina stessa, ad esempio includendo una alimentazione sana.
Da un punto di vista mentale, entrambe le discipline richiedono introspezione, costanza, desiderio di continuare a migliorarsi attraverso una pratica quotidiana, e un forte senso di resilienza: è necessario sviluppare la capacità di far fronte in maniera positiva a momenti di difficoltà (come un rifiuto durante un’audizione ad esempio, o i limiti che il nostro corpo e la mente a volte ci impongono). Ho avuto modo di applicare molti aspetti dello Yoga, come la meditazione e l’uso del respiro, alla mia pratica artistica.
- Immagino che in tempi di Covid e di quarantena, il tuo lavoro, come quello di molti altri, abbia subito una brusca frenata… quali strategie hai messo in atto?
Purtroppo si, anche io, come molti altri freelancers, sono stato colpito duramente dal diffondersi di questo virus. Teatri e studi di yoga hanno chiuso le loro porte, e molti progetti sono stati cancellati. Tuttavia, abbiamo la fortuna di vivere nell’era del digitale e alcuni progetti si sono trasferiti online!
Come parte di una rete internazionale di insegnanti ed artisti chiamata Towards Vivencia, abbiamo creato un programma settimanale di lezioni in diverse discipline (dallo Yoga alla danza classica e contemporanea, body conditioning, meditazione e altro) che sono accessibili online da tutto il mondo attraverso la piattaforma Zoom. Queste lezioni sono a offerta libera, quindi ognuno può decidere di fare una donazione o prendere la lezione gratuitamente, se non può permettersi di spendere denaro in questo momento difficile. Le lezioni offerte in questo momento sono in lingua inglese, ma sto raccogliendo interesse anche per lezioni di Yoga solo per il pubblico italiano, dal momento che in tantissimi, tornati in Italia, mi hanno già contattato per praticare da casa insieme alle loro famiglie.
Per ricevere i links Zoom alle lezioni, è possibile scrivere direttamente al mio profilo instagram @giacomo.pini, al profilo @towards_vivencia, o mandare un’ email all’indirizzo twv@jorgecrecis.com (gestito dal fondatore di Towards Vivencia, lo spagnolo Dott. Jorge Crecis. Si prega di contattare in inglese).
- Lo schermo rappresenta un filtro molto potente per la comunicazione, che talvolta rende complesso percepire il non verbale di colui con cui interloquiamo. Tu e i tuoi allievi come percepite questo cambiamento?
Le lezioni digitali rappresentano un’ottima opportunità per continuare ad allenarsi e a tenersi attivi in questa situazione precaria e complicata. Trasferire le lezioni online ha permesso a molti dei miei contatti da diverse parti d’Europa a prendervi parte tutti nello stesso momento, qualcosa che sarebbe stato impensabile per una normale lezione allo studio di yoga a Londra in cui normalmente lavoro.
Mi rendo conto che, tuttavia, lo schermo rappresenta anche un limite perché manca il contatto con gli studenti, che spesso possono beneficiare di direzione e consigli più personali. Come insegnante, devo affidarmi molto anche al senso di responsabilità dei miei studenti e al loro desiderio di partecipare ed essere parte di una esperienza collettiva. Ogni studente è responsabile per il tipo di atteggiamento o energia che porta con sé alla lezione.
I risultati sono per ora molto incoraggianti: il programma online di Towards Vivencia è ora alla sua terza settimana, ed abbiamo insegnato collettivamente ad oltre 600 persone che si sono connesse da tutto il mondo. Personalmente, sono molto soddisfatto per il feedback ricevuto e molti studenti mi hanno ringraziato per aver potuto accedere alle lezioni dalle loro abitazioni. Per molti di loro, queste lezioni rappresentano una delle poche occasioni per interagire con altre persone durante la quarantena e fare attività fisica, mantenendo così una buona salute.
Molto spesso si sente parlare degli effetti benefici dello yoga, in particolare nella gestione dell’ansia o dell’insonnia. Nei tuoi anni di esperienza hai notato un effettivo riscontro in tal senso?
Assolutamente si. Lo Yoga (letteralmente ‘unione’), rappresenta un’attività fisica bilanciata che permette di allenare il corpo, ma anche, e soprattutto, la mente. Molti considerano questa disciplina come una ‘meditazione in movimento’ proprio perché è un modo di entrare in contatto con se stessi attraverso il proprio corpo, imparando a conoscere i propri limiti, i propri punti di forza, e soprattutto quelle parti del corpo che sembrano resistere e che, quando rilasciate, liberano spesso emozioni e traumi sepolti.
Inoltre, l’allenamento ad utilizzare il respiro (‘pranayama’, o tecniche di respirazione) nello Yoga è fondamentale contro stress e ansia. Uno dei precetti fondamentali dello yoga insegna che ‘lo yoga è la sospensione delle modificazioni della mente’ (yoga chitta vrtti nirodah, dai Yoga Sutra di Patanjali), e quindi esso rappresenta la modalità per eccellenza per calmare le continue richieste della mente a scappare verso il mondo esterno e concentrarsi sul momento presente, dentro di noi.
Raccomando un ottimo libro sulla forza dello yoga come strumento di guarigione, ‘Fierce Medicine: Breakthrough practices to heal the body and ignite the spirit’. Questo testo, scritto da Ana T. Forrest (fondatrice del Forrest Yoga, uno dei metodi di yoga moderno più diffuso al mondo) suggerisce lo Yoga come stile di vita, una vera e propria medicina contro dipendenze, traumi e dolori cronici.
- Qual è il target medio di età dei tuoi allievi? A quali persone suggeriresti un corso di yoga?
Lo Yoga è aperto assolutamente a tutti, senza distinzioni di età, genere o abilità. Al momento, i miei corsi online sono frequentati soprattutto da giovani tra i 20 e i 35 anni, molti di loro artisti che sono costretti a casa a causa della quarantena. Tuttavia, alcuni allievi hanno incluso le loro famiglie nel loro allenamento quotidiano, e spesso praticano la lezione aiutando i genitori, o fratelli e sorelle che non avevano esperienza in questa disciplina. Come insegnante, cerco sempre di accomodare diversi livelli nelle mie lezioni e offrire diversi modi per adattare le pose al proprio corpo. In generale, ho esperienza con gruppi di studenti di differenti livelli di abilità, e offro anche lezioni individuali per coloro che non hanno alcuna esperienza nello Yoga e vorrebbero avvicinarsi a questa disciplina gradualmente e in sicurezza.
A coloro che vorrebbero provare lo Yoga per la prima volta durante la quarantena attuale, consiglio di iniziare a leggere, guardare video online e approcciarsi gradualmente alla pratica fisica, ascoltando i bisogni del proprio corpo con pazienza e generosità… Il cambiamento parte da ognuno di noi.